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La Tapasya del Corpo: Oltre il Dolore, Verso la Beatitudine Eterna + Verso 12 del Bālakāṇḍa





Jai Jai Sitaram 🙏

Baba Ganga Dass condivide una riflessione profonda e potente, ispirata dalla sua esperienza di tapasya (penitenza o austerità) in Bharat, dove ha affrontato il disagio di centinaia di punture di zanzara nelle ultime due notti. Questi episodi ci ricordano l'impermanenza del corpo e del dolore, e l'infinita gioia che risiede nella nostra vera essenza, l'anima.


Il Corpo e la Consapevolezza del Dolore

Il disagio fisico, come quello descritto da Baba, ci riporta a un'importante verità: il corpo non è permanente. Dolore e piacere sono esperienze transitorie che ci legano al mondo materiale, ma possono anche essere strumenti per risvegliare la consapevolezza. Quando soffriamo, la mente viene portata a riflettere sulla fragilità del corpo e sulla necessità di trascendere queste limitazioni.


Risiedere nell’Anima: La Chiave alla Beatitudine

Come Baba insegna:

"Quando risiediamo nell'anima, possiamo trascendere questi attaccamenti al comfort e vivere nella felicità eterna."

Questo messaggio ci invita a spostare la nostra attenzione dalla temporaneità del corpo alla realtà eterna dell'anima. La meditazione, il servizio disinteressato e la devozione a Dio sono vie per abitare nella nostra vera essenza e trovare pace al di là delle difficoltà fisiche.


Tapasya e Crescita Spirituale

La tapasya, o austerità, non è solo una prova di resistenza fisica, ma un mezzo per purificare la mente e rafforzare la connessione con il Divino. Anche le piccole sfide quotidiane, come il disagio fisico, possono essere viste come opportunità per crescere spiritualmente.


Conclusione
Baba Ganga Dass ci invita a guardare oltre il dolore e le distrazioni del corpo, per riscoprire l'eterno stato di felicità che risiede nella nostra anima.

Possiamo applicare questo insegnamento nella nostra vita quotidiana, ricordandoci che anche nei momenti di sofferenza, c'è una strada che porta alla pace interiore e alla gioia eterna.

Jai Jai Sitaram 🙏
Om Tat Sat


Verso 12 del Bālakāṇḍa:

Testo originale:

"Rāma nāma mani dīpa dharu jīha deharī dvāra |
Tulasī bhitara bāhara huṃjāu na tamoṃhiṃ kadāra ||"


Traduzione in italiano:

"Accendi la lampada del nome di Rama e posizionala sulla soglia della lingua; Tulsidas dice che così, dentro e fuori, non ci sarà mai oscurità."


Traduzione in inglese:

"Light the lamp of Rama’s name and place it at the doorway of the tongue; Tulsidas says that in this way, there will be no darkness, inside or outside."


Commento ispirato agli insegnamenti di Baba Ganga Dass:

Questo verso offre un insegnamento semplice ma straordinariamente potente: il nome di Shri Ram è come una lampada che illumina il cuore e la mente, dissipando ogni oscurità di ignoranza e sofferenza. Tulsidas paragona la lingua a una soglia, un punto di contatto tra il mondo interiore e quello esteriore. Pronunciare il nome di Ram con sincerità e devozione accende una luce che rischiara entrambe le dimensioni.

Baba Ganga Dass ci ricordava spesso che il nome di Ram non è solo un suono, ma un potere divino che trasforma chi lo pronuncia. Ogni volta che il nome di Ram viene evocato, riempie il cuore di pace e compassione, allontanando la negatività. Come una lampada che brilla sia all'interno che all'esterno, il nome di Ram illumina i nostri pensieri, parole e azioni.

Questo verso ci invita a fare della recitazione del nome di Ram una pratica quotidiana, un faro costante nella nostra vita. Non importa dove ci troviamo o cosa stiamo affrontando: evocare il nome di Ram è come portare una luce in una stanza buia. È un atto di amore, di fede e di speranza, che ci connette direttamente con il Divino.

Tulsidas sottolinea anche la semplicità di questa pratica: non servono elaborate cerimonie o conoscenze avanzate, basta pronunciare il nome di Ram con devozione. Baba Ganga Dass insegnava che il ricordo di Ram attraverso il suo nome è il modo più diretto per dissolvere l’oscurità della vita e avvicinarsi alla luce della verità.


Riflessione per l’ascoltatore: Chiediamoci: il nome di Ram è una lampada accesa nella mia vita? Ogni volta che ci sentiamo sopraffatti dalle difficoltà o persi nell’oscurità, ricordiamo che il semplice atto di pronunciare il nome di Ram può portarci pace e illuminazione. Lasciamo che la nostra lingua diventi la soglia attraverso cui la luce di Ram illumina il nostro cuore e il mondo intorno a noi.

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