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Renzo Samaritani: da oggi sono discepolo di Srila Bhakti Aloka Paramadvaiti Swami

aggiornamento del 22 aprile 2022 ore 15: domenica 24 aprile 2022 prenderò l’Iniziazione da Srila Bhakti Aloka Paramadvaiti Swami e quindi non mi chiamerò più Renzo Samaritani né Ramananda Das, stay tuned!

AGGIORNAMENTO DEL 24 APRILE 2022 ORE 11: Srila Bhakti Aloka Paramadvaiti Swami oggi mi ha iniziato con il nome di Shyamananda Das

Krishnadas non desiderava nulla per sè e disse: “O Thakurani, devo conoscere la tua vera identità. Solo quando me l’avrai rivelata, ti chiederò una benedizione”. Lalita condusse Krishnadas in un luogo isolato e rivelò la sua vera identità di Lalita-sundari, dicendogli il proprio nome e in che cosa consisteva il suo servizio a Radhika. Tuttavia ella mantenne il suo aspetto di vecchia signora e lo avvertì: “Ascolta Dukhi Krishnadas: tu sei ansioso di vedere la mia vera forma spirituale, ma questa rivelazione risulterebbe per te insostenibile”. Egli replicò: “Se tu vuoi. tutto è possibile. Se mi darai la possibilità di sostenerla, ne sarò capace”.

Cedendo al suo intenso desiderio, Lalita era adesso pronta ad abbandonare il suo travestimento, ma gli disse di chiudere prima gli occhi. Dopo alcuni minuti, gli permise di guardare la sua sacra forma. Fissando la bellezza incomparabile di Lalita-sundari, Krishnadas perse i sensi e cominciò a schiumare dalla bocca. Quando riprese conoscenza, ella lo calmò con parole gentili, mentre egli si prostava ai suoi piedi con lacrime d’amore. Lalita pose un piede sulla sua testa ed egli assaporò la polvere che cadeva dalle sue dita. Controllato completamente dall’energia spirituale, Krishnadas era incapace di parlare. Riusciva solo a piangere.

A questo punto Lalita gli offri ancora le sue benedizioni: “Cos’altro potrei chiedere?” rispose Krishnadas, “il mio unico desiderio è quello di servire Radha e Krishna sotto la tua guida”. Lalita sorrise, conoscendo bene la ferma determinazione del giovane Krishnadas. “Tu otterrai certamente l’associazione di Radha e Krishna”, disse Lalita, “ma non puoi servirLi con questo corpo. Ti devi preparare mentalmente (manasa Beva) a diventare un amico intimo di Sri Radha. Poi potrai venire al kunja con Rupa Manjari e assisterai personalmente al rasa-lila di Radha e Krishna. Il quel momento scoprirai la vera identità di ogni persona. Questa è la realizzazione spirituale. Per ora continua a servire Jiva Gosvami in questo corpo e continua a fare il tuo servizio per il kunja. Otterrai molto presto il tuo corpo perfetto (siddha deha)”.

Dopo averlo così consigliato, Lalita gli diede un mantra segreto che lei stessa recita per vedere costantemente la forma di Radhika. Poi Krishnadas la condusse nel luogo in cui aveva sepolto il nupura. La vanga di ferro che aveva usato si era trasformata in oro brillante ed egli la usò per riportarlo alla luce. Dopo averlo trovato, posò il nupura sulla propria testa, si prostrò davanti alla forma stupenda di Lalita e restitui il braccialetto, posandolo gentilmente nella sua mano. Dopo aver dato il prezioso ornamento a Lalita, restò sorpreso nel vedere che ella glielo posava sulla testa, muovendoglielo poi intorno in modo mistico. Ella disse: “Possa il tocco dei piedi di Radhika restare impresso sulla tua fronte”. Improvvisamente apparvero sulla fronte di Krishnadas due linee verticali fra le quali, per il tocco del fermaglio del nupura, apparve un puntino. “Da questo momento” disse Lalita, “sarai chiamato Syamananda, perchè hai dato gioia (ananda) a Radha (Syama) restituendoLe il Suo nupura. Ora torna al tuo Kunja e alla tua condizione precedente ma non raccontare a nessuno ciò che è accaduto. Potrai dirlo solo a Jiva Gosvami, ma non dirlo a nessun’altro”.

Sopraffatto dall’amore, Syamananda si prostrò nuovamente e quando si rialzò vide che Lalita era sparita nel kunja. Cominciò allora a cercarla: “Dov’è la bellissima Lalita, la servitrice di Radharani? Dov’è andata?” Ma fu tutto inutile. Andò subito da Jiva Gosvami e si gettò ai suoi piedi. Quando Sri Jiva vide la gioia negli occhi di Syamananda e la sua nuova carnagione simile all’oro fuso, ottenuta per la sua intima associazione con Lalita dalla carnagione dorata, naturalmente gli domandò: “Dove sei stato? E perchè la tua pelle brilla in questo modo?”. Syarnananda rispose: “Mio Signore, sono stato al Kanaka kunja. Mentre ero lì ho ricevuto l’apice della misericordia di Sri Guru. Solo per la sua misericordia si può avere la fortuna trascendentale che ho avuto”. Jiva poi vide sotto il braccio di Syamananda la bellissima vanga d’oro, strettamente avvolta in un tessuto, e cominciò a sospettare che fosse accaduto qualcosa di veramente straordinario.

Sri Jiva disse: “E cos’è quello strano tilaka che hai sulla fronte? Non puoi ingannarmi, caro Krishnadas, so che tu hai ottenuto la misericordia speciale di Krishna, o forse persino quella di Sri Radha (2). Il tuo corpo sta manifestando sintomi d’estasi e i tuoi occhi stanno versando lacrime d’amore… Per piacere, raccontami la tua straordinaria esperienza”. Poichè Sri Lalita-devi gliene aveva accordato il permesso, Syamananda iniziò a raccontare a Jiva Gosvami tutta la storia, chiedendogli però di non rivelare a nessuno questo segreto. Syamananda chiese a Jiva di “dire semplicemente agli altri che tutto era avvenuto per la grazia del guru. Poichè questo era il desiderio di Lalita, Sri Jiva obbedì e la gente di Vrindavana seppe che il nuovo nome di Krishnadas era “Syamananda” e prese a chiamare il nuovo tilaka “Syamanandi” o ‘Kripa-bindu’. Ma solo Jiva e Syamananda sapevano qual era il segreto che si celava in questo nome.

Dovete sapere che prima del passaggio di Paramadvaiti Swami sotto alle mie finestre avevo cominciato a guardarmi intorno perché non mi sentivo più rappresentato dal modo di vivere la Bhakti da parte dell’ISKCON, per un periodo di tempo (proprio fino a pochi giorni fa!) ho anche frequentato via internet Paramahamsa Vishwananda  che poi, “il caso non esiste”, recentemente ho trovato su Web Archive questo https://web.archive.org/web/20210115205459/https://paramahamsavishwananda.com/following-the-master/6-south-america-tour-2019 articolo che racconta di una visita di Paramahamsa Vishwananda a un centro Vrinda.

t.me/c/1101601126/10070

Poi leggo che anche Vishvananda dice “tutti i guru sono uno”, come avevo letto in questa pagina dedicata a Ramana Maharshi e sentito dire da molti altri maestri spirituali,

Il Guru non è la forma fisica. Così il contatto rimarrà perfino dopo che la forma fisica del Guru sarà svanita. Uno può andare da un altro Guru dopo che il suo se ne è andato, ma tutti i Guru sono uno e nessuno di essi è la forma che vedi.

E, a proposito ancora di Paramahamsa Vishwananda, l’Hari Bhakta Sampradaya afferma:

Si rispetta qualsiasi tradizione che arrichisce e porta verso il Divino.
Dio è infinito nella Sua espressione e spetta a ciascuno scoprire la verità per sè.

IL GURU NON PUÒ ESSERE DUE. RICORDATELO. LA PERSONA PUÒ ESSERE DIVERSA, MA IL MESSAGGIO È LO STESSO. PERTANTO IL GURU È UNO.
Prabhupada – Lecture What is a Guru? — London, August 22, 1973

Ecco perché oggi 21 aprile 2022 annuncio a cuor leggero di avere chiesto a Srila Bhakti Aloka Paramadvaiti Swami di accettarmi come suo discepolo. Questo non cambierà nulla nei miei sentimenti per alcuni devoti di Paramahamsa Vishwananda che avevo frequentato di recente tra i quali saluto con particolare affetto la Swamini VishwaaparajitaMa alla quale ho inviato questo acquerello realizzato dal “mio” Meghashyam Prabhu e che le abbiamo spedito in stampa su carta artistica (praticamente uguale all’originale! ho trovato un servizio online fantastico che stampa le vostre realizzazioni artistiche a pochi euro e ve le spedisce a casa in pochi giorni).

Bhakta Renzo Samaritani

Questo vecchio articolo è stato ripubblicato in tempi recenti dal giornale online Letteralmente (il 28 gennaio di quest’anno).

Un personaggio fuori dall’ISKCON ha sempre catturato la mia attenzione e lo inseguo da anni:
Srila B. A. Paramadvaiti Maharaja. Ieri sera (29 aprile 2015) mi ero
addormentato sopra a un buon libro in attesa della mezzanotte (quando diamo
la pappa alla nostra Bimba Kitty e poi a andiamo a dormire), a un certo
punto qualcosa (qualcuno?) mi ha letteralmente tirato fuori dal letto…

forse Kitty come a volte fa è saltata sopra di me nel
tentativo di svegliarmi per avere pappa anticipata? Mi guardo intorno ma
non c’è… sento fuori dalla finestra un suono familiare e l’inconscio mi
spinge verso la zona giorno, lui (l’inconscio) aveva già capito: spalanco
la finestra che, purtroppo, è parzialmente oscurata da persiane di legno
non facilmente rimovibili… ma dalle fessure vedo perfettamente quello che
sta accadendo, anche il suono non più attutito dai doppi vetri della
finestra…è ben udibile…. un spiritualmente affascinante omaccione è quasi
fermo sotto alle mie finestre, che guarda insistentemente mentre canta lodi
a Radha e Krishna sorridendomi, il mio cuore batte all’impazzata e guardo
il mio compagno…anche lui è addormentato, sul divano con Kitty….dorme
anche lei…. lì vicino c’è un Tempio e immagino lo Swami stia andando là
per dormire, il mio compagno dorme e non voglio disturbare lui né lo Swami
(so che il giorno dopo, lo Swami, deve ripartire di buon mattino per
un’altra città…mi viene in mente una locandina su Facebook di molti
giorni prima)… la tentazione di vestirmi e correre giù a portare i miei
omaggi allo Swami rimane forte e per un attimo mi tremano le gambe, poi
attraverso le persiane lo Swami sembra guardarmi più intensamente e
trasmettere nel mio cervello frasi tranquillizzanti (“ora il contatto è
attivato… ci siamo visti, ci siamo capiti, rimarremo in contatto, stai
tranquillo”)… provo a svegliare il mio compagno e in parte ci riesco, ma
è molto stanco e non capisce bene cosa voglio fare, cos’è successo…. nel
frattempo…lo Swami è andato via! Ecco, allora torno a letto, dopo un po’
arriva il mio compagno, Kitty ha mangiato e possiamo tutti dormire… ma
non riesco a prendere sonno…

Ho pensato tutta notte a lui, a Srila B. A. Paramadvaiti Maharaja.

Al mattino mando un sms alla persona che gestisce il Tempio, mi conferma
che lo Swami è partito alle 8 per Terni.

Ma quest’incontro rimarrà per sempre dentro di me.

Renzo Samaritani

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