Una volta durante una conferenza, un ateo disse: “Se Dio esiste non preoccupatevi di Lui, perchè Lui ha creato Universi talmente giganteschi che la luce delle stelle che si trovano in altre galassie e che sono esistite anche per sessanta milioni di anni, ancora deve arrivare sulla terra. Sicuramente chi ha creato qualcosa di così gigantesco non avrà il tempo di preoccuparsi delle Sue piccolezze insignificanti.”
Un devoto che stava ascoltando questa conferenza rispose: “Se esiste qualcuno tanto grande da creare tutto quello che ha appena terminato di descrivere, come ritiene possibile che Egli si possa dimenticare di un solo atomo da Lui stesso creato?”
Questo ci porta ad una considerazione molto importante. Se l’uomo potesse conquistare e comprendere Dio, Lui cesserebbe di essere illimitato. D’altro canto, se Dio non potesse rivelarsi all’essere che Lo cerca sinceramente, ugualmente Lui cesserebbe di essere illimitato.
Arriviamo, così, ad un pensiero aggiuntivo: “La coscienza è uno strumento fondamentale attraverso il quale possiamo cercare la nostra identità, la nostra relazione con l’eterno, la nostra perfezione.
L’esistenza è qualcosa di molto meraviglioso, però se non ci fosse la coscienza, se non ci fosse una percezione di noi stessi, allora questa esistenza sarebbe carente di senso. E se anche avendo esistenza e coscienza non esistesse un Dio da cercare, se non ci fosse una relazione con Lui, e se non si sperimentasse allegria e gioia andando alla Sua ricerca, tale coscienza non sarebbe niente più che una tortura perpetua. E l’idea presente in tutte le culture dell’umanità, di conoscere Dio, di cercare l’origine di tutto ciò che esiste, di quest’aspetto del Beneficiario Supremo che dà senso alla nostra esistenza, sarebbe solo un’illusione benché sia la grande preoccupazione di tutte le entità viventi. Questo è stato spiegato meravigliosamente nella Bhagavad-gita dove Egli dice:
“ Se desideri conoscermi, lo puoi fare solamente attraverso l’amore.” Il Signore dice: “Io sono la fonte di tutti i mondi materiali e spirituali. Tutto emana da Me. I saggi che sanno questo perfettamente si dedicano al Mio servizio devozionale e mi adorano con tutto il loro cuore.”
Nella relazione tra noi e Dio l’aspetto fondamentale è l’amore. Nel Cristianesimo, il primo comandamento ci dice che dobbiamo amare Dio al di sopra di tutto; con la nostra mente, con la nostra anima, con tutto. Questo primo comandamento mostra che c’è una relazione amorosa tra noi e Dio, e Lui corrisponde con molto piacere, come dice il Signore Krishna: “Occupa sempre la tua mente nel pensare a Me e diventa Mio devoto; offrimi i tuoi omaggi e adorami; completamente assorto in Me, certamente verrai a Me.”
Qui viene confermato chiaramente che il Signore è disposto ad aspettarci, se noi siamo disposti a consegnarci a Lui.
La meditazione, la preghiera, il bhajan (adorazione), il kirtan (canto del Santo Nome in congregazione), sono processi per stabilire una relazione tangibile e immediata con Dio.
Uno può sentire il progresso spirituale quando prende questo cammino e si consacra seriamente nella sua relazione con Dio; in altre parole, non dobbiamo pensare che una relazione con Dio sia qualcosa a buon mercato,facilmente raggiungibile.
In realtà è un compito importantissimo, qualcosa che si può ottenere solo con la misericordia del Signore Supremo. Il processo che permette di connettersi a Dio più raccomandato per questa era è stato annunciato da Sri Caitanya Mahaprabhù, l’Avatara per quest’era. Lui ci ha portato il mantra (preghiera di invocazione) che può ristabilire il nostro vincolo con il Signore e può, inoltre, perdonare gli errori del passato; le attività karmiche del passato saranno perdonate e non interferiranno con la nostra crescita. Questo è il Maha-mantra:
“Hare Krishna Hare Krishna Krishna Krishna Hare Hare Hare Rama Hare Rama Rama Rama Hare Hare.”
Nel libro sacro Brihad Naradiya Upanisad viene affermato che in questa era di Kali-yuga, l’era di discordia e di ipocrisia, l’unico modo di comprendere o raggiungere Dio è cantare il Suo Santo Nome.
Allora, per tutti quelli che desiderano ristabilire una relazione amorosa con Dio e non vogliono attardarsi a scoprire qual è il messaggio di Dio per loro, qual è la loro missione in questa vita, a tutti loro raccomandiamo di cominciare a cantare questo Maha-mantra e di studiare la Bhagavad-gita al fianco di persone che hanno fatto di Dio la loro vita e la loro anima, la mente suprema.
Hare Krishna Hare Krishna Krishna Krishna Hare Hare Hare Rama Hare Rama Rama Rama Hare Hare.
“Il Santo Nome di Dio può alleviarci da tutti i peccati indesiderabili, da tutte le caratteristiche meschine e da tutte le miserie. Inchiniamoci davanti a Lui.”
Srimad Bhagavatam
“Chi avrà la sfrontatezza di litigare con Dio?
Tutti coloro che verranno a lottare contro di Lui saranno disarmati.”
Srila Sridhara Maharaja
“Sempre cantando le Mie glorie, sforzandosi con grande determinazione e prostrandosi davanti a Me, queste grandi anime Mi adorano perpetuamente con devozione.”
Bhagavad-gita (cap. 9 verso 14)
“E chiunque, nel momento della morte, abbandona il suo corpo ricordandosi solamente di Me, raggiunge subito la Mia natura. Di questo non c’è dubbio.”
Bhagavad-gita (cap. 8 verso 5)
“Se deve essere effettivo, il suono del Santo Nome di Krishna deve avere una qualità divina. Il Santo Nome di Krishna, che è infinito, può sradicare tutto l’indesiderabile che è in noi. Deve, però, essere investito di una concezione spirituale genuina. Non deve essere una semplice imitazione fisica prodotta solamente con l’aiuto delle labbra e della lingua.”
Srila Sridhara Maharaja
Massime:
“Abbi una sete ardente di raggiungere l’Amore per Dio.”
“Il sentiero spirituale è come un affilato coltello da taglio. E’ assolutamente necessario un Maestro Spirituale:”
B. A. Paramadvaiti Swami
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